Scrittura creativa

L’intreccio narrativo

Storia, trama, intreccio, per non menzionare l’inlgesissimo plot. Si tratta di termini che molto di frequente vengono utilizzati senza la corretta discriminazione. E, diciamocelo, in alcune situazioni è anche cosa accettabile, in alcuni contesti addirittura non si può tacciare la cosa di totale scorrettezza. Tuttavia voi, in quanto scrittori, non azzardatevi a farlo. Anzi, è bene che conosciate sin da subito alcune differenze basilari.

  • La trama: questa sì coincide col plot - ovvero il corrispettivo termine anglosassone – e non è altro che il contenuto del romanzo,  i fatti raccontati pagina dopo pagina (quella che chiediamo di raccontarci per valutare se un libro può interessarci o meno)
  • La storia è - insieme a personaggi, narratore, spazio e tempo – uno degli elementi fondamentali di un testo narrativo, nello specifico quello che riguarda le vicende narrate.
  • L’intreccio: gli stessi avvenimenti e/o azioni del romanzo, però nell’ordine in cui vengono esposti/disposti dalla voce narrante.
  • La fabula: corrisponde agli avvenimenti e/o azioni del romanzo considerati nel loro ordine logico-cronologico.

 

Eccoci quindi alla questione cruciale. Da buoni lettori, sicuramente saprete che non necessariamente  in un romanzo l’ordine degli avvenimenti, così come l’autore decide di raccontarli,  corrisponde a quello cronologico – anzi, capita raramente -; così  come anche il tempo della storia (la durata effettiva della vicenda narrata) e il tempo del racconto (la durata effettiva della narrazione) non combaciano praticamente mai. Molto spesso, l’essere avvincente o meno di un romanzo dipende proprio dalla capacità dello scrittore di giocare con fabula e intreccio, creando attese, suspense, stuzzicando la curiosità e l’attenzione del lettore.

Prima di affrontare le principali tecniche che potete utilizzare per alterare l’intreccio, è bene chiarire come si organizza uno schema narrativo standard di modo che, conoscendolo approfonditamente, abbiate la sicurezza necessaria per aggirarlo, divertendovi a  spostare a vostro piacimento i pezzi del puzzle.

  • situazione iniziale
  • cambiamento (evento che complica la situazione)
  • sviluppo e peripezie
  • climax
  • situazione finale e scioglimento

Ebbene, ora veniamo al dunque. Come fare per rendere sulla pagina la sfasatura temporale tra fabula e intreccio?

Il Flashback e il flash-forward. A vostra disposizione, esistono diverse tecniche narrative: le due fondamentali, nonché più sfruttate, sono quella dell’analessi (o retrospezione) e della prolessi (o anticipazione), più comunemente conosciute con i rispettivi termini inglesi, vale  a dire appunto flashback e flash-forward. Si tratta in entrambi i casi di interruzioni nello scorrere sequenziale degli eventi, ma la prima comporta un salto indietro nel tempo volto a mostrare o spiegare qualcosa che è accaduto prima dei fatti esposti determinandone l’andamento. La seconda, al contrario, anticipa ciò che accadrà successivamente. Gli effetti stilistici dell’uso di flashback e flash-forward possono essere molteplici: si può confondere il lettore non lasciandogli mai modo di capire quale sia il presente oggettivo vissuto dal protagonista della storia o, viceversa, chiarirgli ogni dettaglio della vicenda affinché ne riesca a cogliere anche le tematiche più profonde, o ancora lo si può lasciare con il fiato sospeso per qualcosa che sa che dovrà accadere, ma non sa esattamente come.

Un esempio emblematico ed esaustivo potrebbe essere il romanzo Fuoco Pallido di Nabokov. Si tratta di un libro particolare: la prima parte è infatti costituita da un poema in versi scritto da un fantomatico letterato americano, mentre la seconda è occupata dalle note del curatore del poema in questione. Per quest’ultimo, il poema in realtà è solo un espediente narrativo volto a raccontare la sua storia personale, attraverso un serie di rimandi al passato. Tuttavia la faccenda si fa intrigante solo quando questo protagonista un po’ saccente ci anticipa di essere venuto in possesso del manoscritto dopo la morte del poeta di cui egli stesso è il sospettato principale. Il romanzo di Nabokov è in pratica un compendio delle due le tecniche descritte poc’anzi. Ne consigliamo caldamente la lettura.

La sospensione. Come suggerisce il termine stesso, anche attraverso questa tecnica si va a interrompere quello che è lo sviluppo della trama. O meglio, si va a sospendere la trama principale, la si lascia appunto in sospeso per iniziare il racconto di trame parallele che, ovviamente, non procedono in modo del tutto arbitrario, ma piuttosto si inseriscono per dare al lettore ulteriori elementi di comprensione, aprendo così prospettive differenti su una stessa vicenda. Alla fine tutti i percorsi dovranno ricongiungersi, andando a ricomporre, come i pezzi di un puzzle, il quadro ultimo e definitivo della storia; un quadro che per essere compreso necessita di uno sguardo dall’alto, un punto di vista, come ormai sappiamo, esterno e globale su tutti i personaggi coinvolti. Esiste un’altra usatissima modalità della sospensione: il racconto nel racconto, conosciuto anche come racconto di secondo grado e molto utilizzato nei testi cinematografici. Ancora una volta siamo dinnanzi a una trama secondaria, diversa dallo sviluppo narrativo principale. Gli esempi più antichi e celebri sono quelli dell’Odissea, si pensi per esempio quando Ulisse si ritrova nella terra dei Feaci (racconto di prima grado) e racconta gli eventi relativi al leggendario cavallo di troia (racconto di secondo grado). Per i più curiosi, suggeriamo anche il Don Chisciotte, il Decamerone e l’Orlando Furioso… perché la lettura dei classici è indispensabile!

L’ellissi. Il narratore omette la narrazioni di alcuni eventi, scegliendo di posticiparne il racconto e la spiegazione o, persino, di lasciare colmare le lacune semplicemente all’immaginazione del lettore.

I racconti multipli. All’interno dell’intreccio si sviluppano vicende distinte legate  a due o più protagonisti distinti. Tale sviluppo può prendere tre forme diverse. Una è quella della concatenazione: un racconto succede all’altro: è necessario, in questo caso, non perdere di vista l’unitarietà del romanzo, per non rischiare di trasformarlo in una raccolta di racconti Vi è, poi, la soluzione, dell’alternanza: parti dei racconti si alternano, come in una sorta di architettura parallela, in stile cinematografico. Infine, con la tecnica a incastro un racconto contiene l’altro, potendo sfociare in quello che abbiamo appena conosciuto come racconto nel racconto.

Ora sta a voi, prendete la vostra storia con tutti i suoi elementi (personaggi, situazioni, ostacoli …) e intrecciatela nel miglior modo possibile utilizzando tutti i ferri del mestiere che vi stiamo mettendo a disposizione.

 

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