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Zia Antonia sapeva di menta

Trama e recensione di Zia Antonia sapeva di menta opera  di Andrea Vitali, edito da Garzanti

Zia Antonia è una dolce e simpatica vecchietta che mangia mentine tutti i giorni. La protagonista di questo romanzo dal titolo accattivante è ospite della Casa di riposo di Bellano, gestita dalla Madre Superiora, Suor Speranza. Per tre anni è stata amorosamente accudita da uno dei nipoti, Ernesto Cervicati, ma poi ha preferito non disturbare troppo e trasferirsi nell’ospizio.

Un giorno Ernesto, con sua grande sorpresa, entrando in camera della zietta sente un forte odore di aglio. L’evento è molto strano perché di solito c’è sempre un buon profumo di menta. Chiede a Suor Speranza se per caso avesse mangiato qualcosa di diverso, ma lei giura che ingredienti come aglio, cipolla e porri risultano indigesti per le persone anziane e che quindi sicuramente non erano contenuti nel minestrone del giorno. Sempre più incredulo, Ernesto inizia dunque ad indagare sullo straordinario evento insieme al Dottor Fastelli , Suor Speranza e purtroppo con tutto il resto degli abitanti del paese, annoiati dalla vita di provincia e attratti dal profumo di mistero. Per l’eccessivo zelo di tutti nel risolvere il caso si crea dunque un intreccio di eventi grotteschi e di malintesi simpatici.

Ci viene presentata dunque una carrellata di caratteristici personaggi e gli eventi si susseguono rapidi, tenendo il lettore incollato alle pagine del libro, anche grazie allo stile scorrevole e fresco di Vitali. Si tratta di un romanzo leggero, da leggere tutto d’un fiato, ma che appassiona soprattutto nell’ultima parte in cui viene finalmente svelato il mistero. L’autore ci conduce alla sorpresa finale attraverso un uso sapiente delle parole e uno spassoso susseguirsi di equivoci, causati da pettegolezzi e deduzioni sbagliate.

 

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