Stato di Paura

Gli argomenti scottano. Michael Crichton, uno dei più apprezzati autori americani, in questo romanzo si misura con due argomenti di estrema complessità: il riscaldamento globale e le strategie del terrore.

Lo si può notare con la vita di tutti i giorni e un bel po’ di retorica, del tipo: non ci sono più le mezze stagioni; i telegiornali parlano di un continuo aumento di questo e quel cataclisma “naturale”; tifoni, terremoti, tsunami, piogge acide, troppe o poche precipitazioni. La causa: l’uomo e il suo stile di vita “menefreghistico”. La soluzione: sfruttare meglio le risorse che ci offre il Pianeta in modo da ripristinare gli scompensi causati.

Di strumenti per aiutare Gaia ce ne sono migliaia. Lampade a risparmio energetico, auto elettriche o con motore ibrido, sacchetti in fibra di mais, cibo bio, ecc… Putroppo che siano o no prodotti veramente validi ed utili (in alcuni casi) poco importa, la condizione fondamentale è il livello di sicurezza che producono in chi li acquista. L’illusione della sicurezza fa fatturato. È una legge.

Lo sfondo su cui si muovono i personaggi di Stato di Paura è una ricostruzione fanta-tecnologica in perfetto stile Crichton. L’avanguardia della tecnica messa a servizio della narrazione.

In questo caso di un gruppo industriale senza scrupoli, che non esita a scatenare disastri ambientali studiati ad hoc, al fine di aumentare le vendite dei loro prodotti green.

Rispetto a titoli come Jurassic Park, si ha meno la sensazione di essere immersi nella fantascienza. Utilizzata, questa volta, più come semplice giustificazione creativa degli eventi para-climatici, che non come vera e propria base narrativa di appoggio. L’accanito lettore del genere può storcere un po’ il naso, ma l’attenzione in questo modo non viene distolta dai temi principali, per venire catturata in pieno dal problema.

Le tesi trattate, sono basate in toto su studi scientifici accreditati. Niente di inventato sotto questo aspetto. Attraverso una lunga e articolata discussione tra sostenitori e oppositori alla tesi dei cambiamenti climatici, vengono creati tutti i presupposti per un romanzo di buon livello con un’ottima e completa analisi del fenomeno della paura che essi provocano. È la paura, secondo Crichton, e secondo molti, la principale causa della mancanza di attenzione alle vere priorità della razza umana.

Alla fine del racconto è presente una lunga riflessione personale di Michael Crichton a proposito dei temi trattati. Potendo esprimere un giudizio, credo che valga da sola i soldi investiti in questo libro. Tutto il resto è guadagnato.