D’estate

Ci sono estati diverse dalle altre. Estati che non ti aspetti e magari non avresti neanche voluto vivere. Estati che graffiano e, come lame infuocate, le senti affondare nella pelle. Estati che speri passino velocemente.

Come l’estate di Grace e Billy Hopper, sorella e fratello, protagonisti del romanzo d’esordio dell’inglese Tom Darling, classe 1978.

Grace e Billy hanno in programma una vacanza nel Devon, vogliono imparare a surfare tra le onde della baia di Briscombe. Grace, da brava paladina della causa green, è riuscita a convincere mamma Lynn e papà Michael a rimanere in Inghilterra: niente aerei o aeroporti, ma un cottage oltre le dune. Una vacanza che durerà solo poche ore per la famiglia Hopper, travolta da un destino che in un attimo spazza via la loro vita e il sogno di un’estate felice.

Ed eccoli Grace e Billy, silenziosi e stanchi con le due valigie identiche e gli occhi puntati sul viso di un vecchio che non hanno mai visto prima, ma è tutto ciò che rimane della loro famiglia. Ad accoglierli un caldo insopportabile e la polvere del cortile di una fattoria - che pensi posso esistere sono nelle immense praterie americane - dove la vita (la morte?) ha il colore giallo dei campi d’orzo interrotto dal rosso delle “fiammate dei papaveri, come gocce di sangue cadute dall’alto” e l’unico rumore che squarcia l’immenso silenzio è quello dello starnazzare di polli e galline.

Un mondo dove vivono persone come Spider, un ometto con un corpo “scattato in avanti, lasciando il cervello ad annaspare nell’infanzia” e dove tutto suggerisce “qualcosa che non esisteva più”.

Ed è in questa realtà che prende forma la ‘nuova’ estate di Grace. Un’estate che trascorre inseguendo i ricordi della sua Londra, “una città che venivano a visitare da tutto il mondo, ma per lei era semplicemente casa sua, l’unico posto che conosceva fin da quando aveva memoria”, e vivendo sensazioni sconosciute sino ad allora. Sensazioni che hanno il sapore del piacere, delle lacrime e dell’angoscia per una vita che continua a svuotarsi, proprio come la fattoria.

Quella di Billy è un’estate senza regole (perché in nessuna fattoria ne esistono!), ma ha la consistenza di un fucile con cui prendere di mira topi e colombi e dimostrare a se stessi e al mondo che si può combattere e vincere. Unico alleato che Billy sceglie nella sua guerra quotidiana è la solitudine, “un socio silenzioso con il quale coalizzarsi e che accettava supinamente i cambiamenti che avvenivano in lui” e che lo porterà a trovarsi, come al suo solito, “nel posto sbagliato”, o forse no…..

D’estate è una storia bellissima, di quelle che ti emozionano, più che sorprenderti.  E questo la rende così intensa e forte che fai fatica a lasciarla andare via, verso i tanti lettori che la ‘meritano’ e chissà da quanto tempo l’aspettano…..