Cielo nero

Orrori e brame di potere nell'Islanda contemporanea

Gialli, romanzi polizieschi, crime fiction… sono tra le mie letture estive preferite. Quelle che meglio si accordano alle atmosfere dilatate di un pomeriggio caldo e assolato. E in questa settimana di sole a picco sul pianeta Italia, ho deciso di “partire”, almeno idealmente, per l’Islanda, immergendomi nella lettura di Cielo nero, l’ultimo parto letterario di Arnaldur Indriðason, edito da Guanda.

“Guardò a lungo il chiodo che sporgeva dalla sua maschera improvvisata. Calcolò che cinque centimetri dovevano essere sufficienti per penetrare nel cranio”.

Chi ha già letto qualche libro del noto scrittore di Reykjavík – che in patria ha spopolato con la sua saga islandese di romanzi thriller (tra i quali, Sotto la città; La signora in verde; La voce; Un doppio sospetto…) –, conosce il suo stile sobrio, l’attenzione che rivolge ai protagonisti, alle loro vite ma, soprattutto, si sarà certamente imbattuto nel poliziotto Erlendur Sveinsson, il personaggio principale della serie. Un uomo difficile, tanto bravo nel risolvere i casi quanto incapace di comprendere se stesso.

Tuttavia, in Cielo nero, è un agente della sua squadra, il fidato Sigurður Óli, a prenderne il posto (come accadeva per la poliziotta Elínborg, l’altra collega del dipartimento, in Un doppio sospetto). Quanto a Erlendur, dovrebbe trovarsi “a est, nei fiordi, per qualche giorno di ferie” o forse di riflessione ai suoi drammi esistenziali, chissà…

“Lampade e vasi erano a pezzi per terra… In mezzo ai frantumi e al disastro Sigurður Óli vide una donna riversa a terra in una pozza di sangue, con una ferita profonda alla testa. Ritenne plausibile che si trattasse di Lína”.

Comunque sia, adesso, tocca a Sigurður (non chiamatelo “Siggi”!), altrettanto solitario e tenace nella ricerca di verità (e anche lui ferito dai propri tormenti familiari e affettivi), a vedersela con lo squallore, le miserie e i misfatti dell’Islanda contemporanea. Dove al ghiaccio e al fuoco di una natura estrema fanno da contraltare torbide storie di ricatti, tragedie umane da annegare nella violenza e nell’alcol a basso costo, mentre all’ombra delle banche, la speculazione galoppa criminosa, sotto le potenti spire dei “vichinghi della finanza”.

“Il Parlamento è ridicolo. È indietro di trent’anni rispetto a quello che succede nel paese… è completamente esautorato. I ministri gestiscono il potere e coprono le eventuali pecche, adulano i vichinghi della finanza e i banchieri, si fanno scarrozzare sui loro jet. Si dice che i debiti delle banche equivalgano a dodici volte il prodotto interno lordo, e nessuno fa niente”.

Sigurður indaga tra gli anfratti oscuri di un paese che ha barattato la propria purezza con la brama di denaro e l’arrivismo più sfrenato. Chi ha ucciso Lína, segretaria e scambista, e perché? Cosa nasconde Andrés, un uomo consumato nella mente e nel corpo? Il poliziotto mette in campo tutto la sua abilità nel dipanare gli intrighi di una situazione molto pericolosa, si muove tra vittime e carnefici, confrontandosi, al contempo, con le angosce della propria vicenda umana.

“Le aveva telefonato la sera prima per sapere se voleva vederlo di nuovo. Sarebbe stato diverso dall’ultima volta. Voleva assumersi le proprie responsabilità, ascoltare il suo punto di vista… Non essere come sua madre. Ma non trovava le parole giuste mentre si lanciava sulle strade ghiacciate della città, con gli pneumatici estivi assolutamente inadeguati”.

 

DATI BIBLIOGRAFICI:
ISBN: 9788860887856
TITOLO: Cielo nero
AUTORE: Arnaldur Indridason
EDITORE: Guanda