Voglia di madre

Trama e recensione di Voglia di madre, opera di Stella Pende, edito da Corbaccio

Questo romanzo di Stella Pende è in realtà una raccolta di racconti, di confessioni e di riflessioni sulla vita di una serie di donne che hanno perso la madre oppure che hanno terrore che arrivi questo momento e già vivono nella nostalgia e nell’angoscia. “L’unione fa’ la forza” è un po’ il motto di questo libro in cui l’autrice tenta di esorcizzare una perdita così terribile nella vita di una persona attraverso la condivisione. Le figlie senza madre si riconoscono da lontano, hanno un’altra sensibilità e hanno già affrontato uno dei dolori più forti che possa esistere.

“La madre? Si può discutere, combattere, battere…possiamo cercare di farne il demone della nostra esistenza. O l’angelo. Si può ucciderla nella testa o vederla morire nella vita. Ma rimarrà sempre la nostra dannazione d’amore. La madre è l’acqua ma anche la sete…E’ l’inizio e la fine di tutto” Con queste parole Stella Pende inizia la sua opera. La frase è una profonda dichiarazione d’amore, seppur a volte conflittuale ed esprime in poche righe tutto quello che una madre rappresenta a prescindere dal rapporto che si è creato con i figli. E’ naturale credere che una madre sia “per sempre” e quando capita, magari all’improvviso, di constatare che non è così è molto difficile farsene una ragione.

Stella Pende scrive che, prima di un momento in cui ha temuto di perdere sua madre, non ha mai pensato a lei come ad un argomento da trattare. Per lei era un concetto a parte, una verità e citando quello che scrive nell’introduzione “la tua coscienza, la tua memoria, il tuo segreto”. Attraverso queste delicate testimonianze è bello acquistare consapevolezza sul ruolo fondamentale di questa figura.