Pantumas

A Chentupedes, i morti ritornano... per amore e verità


Sanguigno. Magico. Ancestrale
. Ecco il tris di aggettivi con cui definirei l’ultimo romanzo di Salvatore Niffoi, Pantumas. Uno scritto che mi ha catapultata, prima con un certo smarrimento, poi con ritmo sempre più serrato, nel vortice di passioni, racconti, memorie che “anima”, nel vero senso della parole, la storia di mannoi Lisandru, mannai Rosaria Lutzeri e di Chentupedes, paese fantasmatico dove vivi e morti fondono i propri destini in un impasto che sa di sangue, miele e polvere da sparo.

Un tuffo in terra e lingua sarda che ha il fluire potente delle tradizioni non scritte, antiche e inflessibili, dove il passato ritorna, si rinnova negli istinti del presente e proietta sul muro della contemporaneità anche i lati indigesti e meno “garbati” dell’esistenza, come la ferocia, il tradimento, la vendetta, la povertà… E dai ricordi, dal luogo oscuro delle passioni, dalle pulsioni primitive, arrivano i fantasmi per affermare, ancora una volta e senza incertezze, che gli amori grandi e assoluti hanno bisogno di una resurrezione.

Questo accadeva e accade ancora, nel giorno dei Morti, a Chentupedes, un piccolo villaggio sardo sospeso nella memoria barbaricina. Un luogo scolpito nei sentieri dell’anima, immaginario ma del tutto simile ai tanti presenti nella realtà. Un paese, fondato nel 1392 dalle famiglie Niala e Carbia, al cospetto di notaio, pastori e contadini. Il nome, “Chimbantas cristianos… pro due pedes… Chentu! Chentupedes!”, è tanto casuale quanto inverosimile, come la storia di Lisandru Niala, detto Zumpeddu, “l’unico cristiano conosciuto al mondo che, dopo essersi fatto un viaggio di un anno nell’aldilà, abbia rimesso piede su questa terra”.

Una resurrezione necessaria, perché mannoi Lisandru è morto, un anno prima, lasciando sua moglie, mannai Rosaria Lutzeri, da sola, a pregarlo di tornare per portarla via con sé, e perché, a Chentupedes, vige una regola sacra: i coniugi devono morire insieme, come uniti sono stati nella vita. Ma c’è anche un altro motivo che spinge Zumpeddu a rinascere, per una notte, su questa terra: capire la verità delle cose, vederle scorrere in pellicola, una volta per tutte, sul film della propria vita, prima di ripartire tra le braccia della sua Rosaria.

La veracità stilistica di Niffoi (Premio Campiello nel 2006 con La vedova scalza) si respira pagina dopo pagina, mentre lascia che siano le Pantumas, i fantasmi “vivi”, a narrare di quell’amore rovente.

Amore di fuoco, quello di Lisandru Niala e Rosaria Lutzeri, spento solo dalle acque del fiume Ghilinzone, dense come olive pestate coi sassi, profumate come i gelsomini di Predas Ruias”.

httpv://www.youtube.com/watch?v=h99S_ti4r_s

 

DATI BIBLIOGRAFICI:
ISBN: 9788807019012
TITOLO: Pantumas
AUTORE: Salvatore Niffoi
EDITORE: Feltrinelli