Emmaus: religione e crescita secondo Baricco.

Poliedrica la prosa di Alessandro Baricco… In Castelli di rabbia (1991) descrive tre storie sull’essere umano e le sue esperienze, giustapponendo realtà, fantasia, grottesco e drammatico. Con Seta(1996) segue le vicende di Hervé Joncour, commerciante francese di bachi da seta e dei suoi innumerevoli viaggi.

Nel 2004 lo scrittore torinese fa persino un’incursione nel mondo dell’epica con una riscrittura di un poema: Omero, Iliade.

Con Emmaus l’attenzione si sposta su un gruppo di quattro amici di diciotto anni: l’anonimo narratore, Bobby, Luca e il Santo. Ai giovani protagonisti si affianca una quinta, ambigua, figura: Andrea, che proviene da un mondo lontano e diverso da quello dei quattro amici, e sarà proprio l’irruenza dell’incontro con la ragazza dal nome maschile a far collidere i due universi. Da una parte il mondo fatto di religione, parrocchia e volontariato a cui i protagonisti appartengono indissolubilmente, dall’altro “gli altri” di cui Andrea fa parte: giovani ricchi e completamente slegati dalla visione cattolica del mondo, dal peso di una visione totalmente influenza dal concetto di Dio e Bene.

Attraverso Andrea, i quattro ragazzi avranno modo di conoscere finalmente le emozioni più forti, legate a dolore, sesso, morte e passione. Andrea porta una ventata di aria fresca nelle loro vite sino ad allora ridotte a “formule esatte”, e così tutto viene rimesso in gioco.

Le certezze inviolabili e le convinzioni ferree che finora plasmavano vita e pensieri dei protagonisti vengono messe in dubbio ed investigate. In questo romanzo la religione è contrapposta, in un certo senso, al processo di crescita: troppo facile nascondersi dietro a precetti etico-morali imposti dall’alto, piuttosto che cercare delle risposte da sé.

E così, il narratore, Bobby, Luca e il Santo intuiscono di dovere  rinunciare alla loro stampella e diventare uomini con le proprie forze.