Se la casa è vuota

 Trama e recensione di Se la casa è vuota, opera di Isabella Bossi Fedrigotti, edito da Longanesi.

«Se pensassimo a come la solitudine fa acutamente soffrire gli adulti, un numero sconfinato di adulti, probabilmente faremmo tutto il possibile per evitarla ai nostri figli».

Isabella Bossi Fedrigotti, scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, in questo nuovo romanzo affronta il tema della solitudine, malattia che contrariamente a quanto si pensa non colpisce solo adulti e anziani ma soprattutto i bambini. Sette racconti che hanno un comune denominatore: la profonda tristezza che invade l’esistenza dei bambini abbandonati a se stessi. Con rara delicatezza emotiva l’autrice racconta di piccole vite segnate dal malessere emotivo provocato da genitori assenti, insicuri, fragili o semplicemente egoisti. Tema importante e provocatorio che fa riflettere sul vuoto lasciato nel cuore di creature sensibili e delicate. Incontriamo Lorenzo, chiuso in un ermetico silenzio, Annalisa bambina già vittima di frivole fissazioni che la fanno sentire grassa, Paolina ostile e bugiarda, Francesco totalmente offuscato dalla realtà virtuale di internet, Pietro che esprime il suo disagio scappando continuamente di casa; tutti bambini che hanno bisogno di qualcuno con cui parlare e fantasticare, di qualcuno che li ascolti. Un libro che cerca di sensibilizzare i genitori (e non solo), storie che invitano a non prendere con leggerezza una scelta tanto importante, a essere presenti davvero e non solo in maniera apparente. Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista del Corriere della Sera, ha esordito nella narrativa nel 1980 con Amore mio, uccidi Garibaldi. Con il secondo romanzo, Casa di Guerra edito da Longanesi nel 1983, è arrivata finalista al Premio Strega e al Campiello. Il meritato successo è arrivato nel 1993 con il best sellers Di buona famiglia, edito sempre da Longanesi.