La ragazza delle arance

Trama e recensione di La ragazza delle arance, opera di Jostein Gaarder, edito da Longanesi. 

Un’onirica storia d’amore che Jan Roednon può fare a meno di raccontare. Jan sta per morire lasciando il figlio Georg  di soli tre anni. Triste per un padre non avere la possibilità di insegnare la vita a un figlio, ancor più triste non vederlo crescere. Ma Jan, un’ultima piccola cosa per suo figlio può farla, decide di lasciargli un “eredità” singolare, una storia che ha scritto per lui, una storia che lo riguarda e lascerà almeno un segno di lui nel cuore di suo figlio.  A quindici anni Georg si ritrova con questa lettera in mano, catturato dalle pagine. Scoprirà un vecchio amore del padre, un amore delicato e insolito. Ancora studente universitario Jan incontra su un tram di Oslo una ragazza con in mano un sacco pieno di arance. Poi, una brusca frenata e, temendo che la ragazza potesse cadere, corre verso di lei, facendo invece cadere le sue arance. Dopo aver incrociato il suo sguardo non può fare più a meno di pensare a lei continuamente. Sogna di incontrarla di nuovo, la cerca per le strade, nei negozi, fra la gente. Finalmente la ritrova, la segue, lei scompare, poi torna di nuovo e si volatizza nel nulla, sempre con le sue arance in mano. Ma lui ancora una volta riuscirà a trovarla e quella che segue è un’incantevole storia d’amore fiabesca piena però di commoventi verità. La ragazza delle arance è un racconto delizioso e toccante, che insegna ad apprezzare la vita nelle sue piccolezze. Jostein Gaarder, con uno stile limpido e pulito costruisce un’atmosfera ovattata, sognante capace di risvegliare quei desideri che credevamo aver messo da parte.

Jostein Gaarder, scrittore norvegese e insegnante di filosofia,fa il suo ingresso nel mondo della letteraturanel 1995 con il romanzo filosofico Il mondo di Sofia aggiudicandosi, in Italia,il Premio Bancarella.Oggi vive a Oslo con moglie e figli.