Voa Voa!

Quando ho conosciuto Caterina, autrice di VOA VOA!, e mamma della bimba che sorride tra le farfalle in copertina, mi sono chiesta di quale natura fosse la forza che le faceva affrontare il compito più difficile: vivere una malattia annientante sul corpo di un figlio.

L’ho capito leggendo il suo libro. Non è stata una comprensione razionale, perché di una prova così dura non te ne fai una ragione e non trovi una logica. La comprensione nasce fra le righe di queste pagine, in mezzo all’amore che avvolge l’infanzia di Maria e nella forza di una fede che accomuna famiglia, amici, persone incontrate lungo un cammino tanto difficile.

Non si versano lacrime. Perché non è questo lo scopo del libro. Contrariamente a quanto ci si aspetti, qui si sorride mentre si legge: Caterina ha il dono della leggerezza nella scrittura e ti accompagna delicata tra le strade del centro di Firenze dove ha incontrato per la prima volta il “suo” Guido. Una Firenze piccola e preziosa come i suoi affetti: ci prende per mano e lascia che i genitori, la sorella Isa, gli amici Tommaso e Grazia e i colleghi “Spongella&Miggi” diventino anche i nostri. I ricordi dell’autrice sono un abbraccio, la trama della sostanza che la tiene in piedi dalla comparsa dei primi problemi di Maria.

Poi arriva il dolore: quello senza scampo perché ti nega un futuro con Maria. Ti segue fra le corsie dell’ospedale pediatrico, nelle parole di medici che non hanno una cura e quindi ti parlano spietati delle possibilità che non hai. Ti accompagna nella loro “CasAmore”, in stanze che hanno visto nascere, gattonare e poi correre Maria, ma che ora si fanno culla per difenderla dall’aggressione incessante della Leucodistrofia.

Ma non c’è solo questo. Maria ci parla in prima persona con il suo “Diario immaginario”, mostrando un mondo di cui noi adulti abbiamo scordato la prospettiva. Tutto è gioco e amore: le canzoni di mamma Caterina, le favole, le braccia del babbo Guido. C’è spazio anche per la paura e per la “bua”, perché tutti abbiamo mostri contro cui combattere. I bambini lo sanno meglio degli adulti.

Vi troverete ad affrontare rabbia, per una soluzione che ancora non c’è. Disperazione, per un miracolo che noi donne e uomini non siamo in grado di creare. Ma proverete un amore immenso verso la solidità e la forza di Caterina e Guido, la testarda dolcezza di Maria e le preghiere comuni di amici e sconosciuti.

 - Serena