Fantasy, Gialli

Tartarughe divine

Trama e recensione di Tartarughe divine, opera di Terry Pratchett, edito da Salani editore

Terry Pratchett è uno degli scrittori contemporanei più letti in assoluto: ha ricevuto riconoscimenti di ogni genere, è considerato tra i migliori autori attualmente viventi della Gran Bretagna, ed i suoi romanzi hanno venduto più di settanta milioni di copie.

In Italia, sfortunatamente, Pratchett non è ancora molto conosciuto, ma finalmente è stato tradotto uno dei suoi libri più famosi, uscito ormai molti anni fa, nel lontano 1992.

Si tratta di Tartarughe divine (il titolo originale è Small Gods), tredicesimo racconto all’interno della serie denominata Mondo Disco.

Il romanzo ci narra la storia di Brutha, un ragazzo semplice, con poche pretese, bravo solo a coltivare meloni sul suo pianeta, Mondo Disco. Ma a sconvolgere la vita di questo giovane protagonista ci penserà il dio Om.

Su Mondo Disco esistono tante religioni diverse, molte politeiste, ma nella regione di Omnia si adora un unico Dio, proprio Om. Da diverso tempo però la popolazione sembra aver perso la sua fede genuina e pare portare avanti il culto solo per abitudine.

Un giorno Om si trova per sbaglio imprigionato nel corpo di una tartaruga e non riesce ad uscirne: ormai la fede in lui è così debole che persino i suoi poteri ne risentono. Ma ecco allora che entra in scena Brutha, l’unico che ancora crede davvero in Om, l’unico che ne può divenire il Prescelto.

Brutha, suo malgrado, dovrà eseguire gli ordini del dio e cercare di salvare il mondo: ci riuscirà? Gli abitanti di Omnia riacquisteranno la loro fede? Che ne sarà di Mondo Disco?

Un romanzo unico nel suo genere, divertente, irriverente, appassionante, considerato il capolavoro per eccellenza di Terry Pratchett. Una storia originale e piacevole che non manca di essere pungente ed ironica nell’esprimersi contro tutti i possibili totalitarismi del nostro mondo, religiosi o politici che siano.

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