Religione

Senza Dio

Trama e recensione di Senza Dio, opera di Giulio Giorello, edito da Longanesi.   

Giulio Giorello è un noto filosofo, epistemologo e matematico, probabilmente tra i più autorevoli sulla scena intellettuale italiana. Insegna Filosofia della scienza all’Università di Milano. Il pensiero filosofico e religioso di Giorello inizia a formarsi da giovanissimo, grazie alla lettura approfondita di Perché non sono cristiano, celebre raccolta di saggi sull’agnosticismo, del filosofo Bertrand Russell.Contemporaneamente approfondisce il discorso sull’ateismo e sull’evoluzionismo fino a elaborare personali teorie. Nel suo ultimo libro Senza Dio-Del buon uso dell’ateismo, Giulio Giorello dichiara di poter vivere senza Dio. Nei cinque capitoli che costituiscono il volume, elabora un nuovo concetto di ateismo che non mira a dimostrare che Dio non esiste, ma a creare l’idea di una vita senza Dio, libera da forme di reverenza religiosa, da proibizioni e dalla rassegnata sottomissione. Il suo è un ateismo che difende la libertà; ognuno può scegliere il proprio destino senza restrizioni o impedimenti. Bisogna, secondo il filosofo, abbandonare i falsi idoli che ci sono stati imposti per intraprendere un personale cammino intellettuale. Ecco un estratto dal libro che chiarisce perfettamente la sua posizione:

«Essere agnostico non mi basta più. Preferisco dirmi ateo, perché si rigeneri quello che Russell chiamava “liberalismo”: la possibilità di confrontarsi - e di scontrarsi se è il caso- con i religiosi della più variegata estrazione (compresi coloro che dell’ateismo fanno una religione). Nella convinzione che ateo non sia tanto chi logora il proprio tempo nel cercare di dimostrare che Dio non c’è, ma chi decide di vivere senza o perfino contro Dio».

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