Senilità
Trama e recensione di Senilità , opera di Italo Svevo, edito da Newton Compton.
Alle soglie del 1900 Italo Svevo, al suo secondo romanzo, affronta in maniera cruda e sorniona il problema ” dell’inettitudine”, del non saper decidere al momento giusto, del desiderio di godere di qualcosa che ti sfugge dalle mani . E’ nella figura del protagonista, Emilio Brentani, prototipo normale di impiegato, colmo di frustrazione, che Svevo ricalca e forgia l’individuo schiavo delle sue insicurezze, della sua indolenza , del suo vivere in bilico sapendo di non cadere mai…
Emilio conduce una vita piatta circondato dalla presenza della sorella, Amalia, e del suo amico Stefano, alter ego della debolezza caratteriale di Emilio. Quest’ultimo si innamora un giorno della sfacciata Angiolina: e qui iniziano i turbamenti del giovane che si fa condizionare dalla vox populi sull’onorabilità della fanciulla e dai consigli dell’amico e della sorella che lo tramortiscono e lo rendono inerme davanti ad una presa di posizione ferma e determinata. È sardonico Svevo nel mettere a nudo e nel mortificare una vita da indeciso. Nonostante la giovane età del protagonista, l’autore non vede in lui iniziativa, coraggio, maturità per fare una scelta. Emilio diventa un “vecchio” inerme davanti ad ogni situazione . Preferisce perire sotto i colpi del destino piuttosto che ribellarsi e prendersi quello che pure desidera tanto follemente.
Alla fine, la morte della sorella, e la fuga dell’amata Angiolina, produrranno in lui uno sdoppiamento delle due figure, da sovrapporre l’una sull’altra solo per dare quiete alla propria inettitudine; una figura priva di coscienza, solo apparentemente in vita.