Scrittura creativa

Scegliere il tema del romanzo, rispettare il patto col lettore

Siamo giunti al momento di metterci all’opera per iniziare finalmente il vostro manoscritto. Prima cosa da fare? Avere un’idea, banale dirlo, ma fondamentale farlo!

Proviamo, allora, a spiegare meglio cosa intendiamo quando diciamo che per scrivere bisogna avere una buona idea di partenza. Questo è un passaggio indispensabile, ripetiamo, perché al lettore, a meno che non sia un vostro parente o amico, poca importa dei vostri sentimenti personali, vi concederà il proprio tempo solo se riuscirete a essere credibili.

Se leggiamo un libro è perché decidiamo di credere a ciò che lo scrittore ci racconta, anche se si tratta di volpi e di uva, di nani che accolgono una ragazza in fuga o di attraversare il bosco per andare ad accudire una nonnetta disabile. E sapete perché? Non perché tutti noi abbiamo una nonna, ma perché tutti prima poi ci troviamo a dover superare le difficoltà rappresentate da un bosco impervio: la parte più oscura di noi o della nostra vita.

 

Ecco un buon tema per una storia di successo, ma non provate a rubarlo, perché tanto lo ha già scritto qualcun altro! Quello che vi suggeriamo, invece, è sì di ascoltare la vostra urgenza di comunicare quella “parte oscura” di voi, ma di plasmarla secondo i contorni di un’idea originale, darle forma in luoghi, immagini e personaggi da far rivivere sulla pagina.
Perché se nessuno può davvero suggerirvi di scegliere un certo tema per il vostro romanzo – aspetto questo, della scrittura, che attiene a una sfera troppo personale, dettato dall’esperienza – si può comunque attenersi a delle regole generali per provare a realizzare un romanzo con tutti i crismi.

 

Nella vostra storia, ancora idea abbozzata, dovrete certamente avere un personaggio che sarà spinto da un suo profondo desiderio ad agire in modi che infrangeranno l’equilibrio iniziale dell’ambiente in cui si trova, le sue scelte lo obbligheranno a fare i conti con sé stesso, fino a produrre quel cambiamento – l’appagamento (o la perdita) del tanto agognato desiderio – che è poi la “catarsi” che ci si aspetta di trovare in ogni libro. Quel qualcosa con cui il personaggio in questione dovrà “fare i conti”, costituisce quasi certamente il vostro tema, ciò che avete sentito l’urgenza di raccontare. «Dobbiamo avere un personaggio che, come tutti, tende verso qualcosa e fugge da qualcos’altro: cioè, semplificando, ha un desiderio e una paura.
La trama ha il compito di creare eventi che ostacolino o assecondino il suo desiderio spingendolo a fare scelte che lo avvicinano alla sua “area di pericolo”.
La sua area di pericolo tuttavia è anche “il tema” della storia» (Fabio Bonifacci).

 

Certo, è una semplificazione e si potrebbe benissimo obiettare che non tutti i romanzi rispondono a questi criteri. Ma se siete scrittori alle prime armi, se ancora non avete messo alla prova il Sartre che è in voi, è bene ancorarsi a delle solide strutture, che funzionano fin dagli albori della storia della narrativa. Vi impediranno di lasciarvi andare a delle improbabili e noiosissime elucubrazioni, che infrangerebbero il tacito accordo fatto con i lettori: date loro un storia in cui credere e vi conceranno del tempo. Fate bene attenzione: soltanto se siete disposti a eclissare il vostro ego manterrete fede allo scambio. E perché ciò avvenga, una volta individuato il tema del romanzo, dovete essere sicuri che la trama e i personaggi che andrete a sviluppare intorno ad esso siano credibili. Insomma, chi dovrà attraversare il bosco per andare ad accudire la nonna? E perché quest’anziana signora abita da sola e dall’altra parte del bosco? Non lasciatevi sfuggire alcun particolare e scegliete con cura come raccontarli, con che stile e tecnica calamitare l’attenzione dei lettori, ma di questo ci occuperemo più avanti.

 

Il fatto è che prima di cominciare a scrivere, mettendo di volta in volta il vostro protagonista di fronte a delle scelte e quindi delle nuove situazioni, dovrete essere voi i primi ad aver preso delle decisioni, per evitare poi di rimanere bloccati nel bel mezzo del racconto. Dovrete conoscere talmente bene il personaggio e ciò che lo muove, che qualunque piega prenderà la trama, saprete esattamente come lui reagirà. Se i lettori gli crederanno, allora, vorrà dire che la vostra scelta sul tema si è rivelata valida: non risponde soltanto alla vostra esigenza di esprimervi, ma soprattutto alle esigenze dei lettori, che poi, va detto, fanno il mercato che produce gli scrittori, di emozionarsi.

 

Per concludere, consigliamo a tutti quegli scrittori in cerca di idee,  anche solo di conforto, la lettura di questo blog che, in maniera molto scanzonata e ironica, affronta il grande cruccio di ogni scrittore: trovare un’idea, un buon tema. Idee pronte all’uso, raccolte lì per chiunque voglia svilupparle a modo suo, alcune utili altre semplicemente bizzarre, tanto bisacche da aiutare, quantomeno, a evitare passi fasi, inutile retorica  o banalità. Nella pagina dedicata alla “mission” del blog in questione, l’autore – il giornalista Danilo Zanelli – scrive, sempre con molta ironia (nella quale risiede sempre una certa verità):

«Scrivere è faticoso. Prendete un romanzo di 200 pagine: contiene circa 60.000 parole. Vi rendete conto? Pensate al tempo speso per la battitura del testo. Gli scrittori meritano comprensione: con tutto quel lavoro, non si può pretendere che abbiano anche delle idee. Io, come il venditore di storie immaginato da Jostein Gaarder, cercherò di aiutarli, suggerendo qualche spunto per trame bislacche o addirittura folli (perché sono completamente pazzo)».

 

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