Resisto dunque sono

Trama e recensione di Resisto dunque sono, opera di Pietro Trabucchi, edito da Corbaccio

Resilienza, o resistenza psicologica, è la parola chiave di tutto il nuovo libro di Pietro Tabucchi che, parafrasando il celebre detto di Descartes, dice “Resisto dunque sono”. Spiega che cos’è veramente la motivazione, spiega come fa’ l’uomo a trovare sempre la forza di rialzarsi nonostante abbia subito sconfitte, perdite e dolori apparentemente insuperabili. Non esistono stimoli esterni, incentivi, minacce o promesse che abbiano il solito potere delle risorse già presenti dentro il nostro cervello. In quest’opera si combatte anche il concetto di talento innato e cioè il fatto che riuscire in un’impresa o nella vita in generale dipenda da qualcosa che ognuno ha o non ha a priori. Al contrario l’autore dimostra che con l’impegno, la forza di volontà, l’applicazione si può riuscire in imprese inimmaginabili. Non è vero che se non sono nato con determinate qualità non potrò mai affrontare certe cose perché il successo è frutto di costanza e senza dubbio anche resilienza.

Il termine resilienza ha mille sfaccettature ma ha a che fare con la resistenza allo stress che ci mette alla prova quotidianamente e a vari livelli. L’essere umano è progettato per sopportare qualsiasi sconfitta, dolore o perdita, basta volgere uno sguardo al passato e vedere come intere popolazioni si sono sempre rialzate da guerre, carestie e tragedie di ogni genere. Occorre allenamento all’ottimismo e per questo le difficoltà devono essere considerate non come ostacoli insormontabili ma come sfide per migliorare costantemente se stessi. Il libro è dedicato agli atleti nazionali di ultra maratona, uomini e donne che lavorano silenziosamente e costantemente per superare i loro limiti, a contatto con la natura e con tutta la sua maestosità. L’autore ci mostra come prendere spunto da loro per affrontare problematiche più o meno grandi e ci dà molte soluzioni da personalizzare ognuno a seconda del suo modo di essere, di pensare, di vivere.