Scrittura creativa

Punto di vista e narratore

Se, come detto precedentemente, la descrizione ci riporta la percezione del narratore rispetto allo stesso mondo che ci sta rappresentando, è chiaro come questa sia passibile di continui mutamenti, dovuti proprio al soggetto che esprime tale percezione e alla sua posizione rispetto agli eventi narrati. Percezione, soggetto e posizione, sono i tre elementi che costituiscono il punto di vista di un romanzo.

Cominciamo dalle basi: chi è e cosa fa il narratore? Detto anche voce narrante,  è colui che racconta la storia, non necessariamente corrispondendo a un personaggio interno alle vicende (e, lo sappiamo tutti, ancor meno corrisponde all’autore del romanzo… a voi, per intenderci!). Dal soggetto a cui affiderete il compito di narrare, dipenderà tutto lo stile del vostro romanzo, tempi e modi verbali, registro linguistico e tecniche narrative. Sua sarà la prospettiva su tutto ciò che accadrà e la conoscenza dei fatti dei lettori sarà limitata esclusivamente alla sua esperienza e ai suoi giudizi. Spetta, naturalmente, all’autore decidere cosa lasciare fuori da tale prospettiva.

Ecco cos’è essenzialmente il punto di vista: una scelta, su chi o su cosa vogliamo focalizzare l’attenzione. Lo sguardo sui fatti, la prospettiva dalla quale sono osservati e riportati al lettore. Come quando si scatta una fotografia, si sceglie un unico soggetto e una porzione di paesaggio, quale sarà questa porzione dipenderà essenzialmente da chi vogliamo posizionare dietro l’obiettivo. Le opzioni fondamentali di chi posizionare sono due: un narratore interno oppure un narratore esterno. Vediamo quindi come interagiscono il tipo di voce narrante messa in campo  - dietro l’obiettivo -  e il punto di vista.

Narratore esterno: non partecipa agli eventi narrati, non è un personaggio della storia; narra in terza persona. In termini di punto di vista, si presentano due opzioni

  • focalizzazione zero:  si parla di narratore  onnisciente, che si colloca su un piano superiore rispetto al momento in cui avvengono le vicende narrate e, infatti, ne conosce già l’epilogo ed è pertanto in grado di muoversi nel tempo anticipando o posticipando i fatti. Allo stesso modo conosce tutti i personaggi e può esprimere il proprio giudizio su ognuno. Questo è un punto di vista illimitato: sa tutto di tutti (onnisciente, appunto)e soprattutto sa più di tutti, il suo grado di conoscenza è maggiore di quello dei personaggi (N > P); non focalizza su nessun personaggio in particolare (si parla per questo di  focalizzazione zero). Esempi celebri sono i romanzi classici ottocenteschi, come I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
  • focalizzazione esterna: il narratore si limita a riportare i fatti, senza esprimere alcun giudizio sui personaggi coinvolti, non ne conosce i pensieri né le motivazioni che li fanno agire. Il narratore ne sa meno dei personaggi di cui racconta le vicende (N < P). Sta al lettore dare un giudizio sulla base esclusiva delle loro azioni, di cui il narratore è infatti solo un osservatore imparziale. Il racconto nudo e crudo dei fatti, esposti senza alcuna mediazione, appunto la mimesi – se vogliamo rifarci alle teorie più classiche, o se preferite alla moderna regola dello Show don’t Tell – consente il più alto livello di coinvolgimento nella narrazione. Esempio: Il vecchi e il mare di Hernest Hemingway.
  • focalizzazione interna: il narratore esterno assume il punto di vista di un personaggio interno, appunto, alla storia. Di un personaggio specifico, sapendo solo ed esattamente  quello che conosce quest’ultimo (N = P). 

Narratore interno: in questo caso potrebbe essere il protagonista stesso a raccontare in prima persona la sua storia, o anche un testimone che ha assistito all’evolversi della vicenda e quindi un altro personaggio più o meno secondario.

In termini di punto di vista si parla di

  • focalizzazione interna: Il narratore ne sa quanto il personaggio (N = P) perché è il personaggio: in altre parole, narratore e personaggio coincidono. Un esempio molto comune è quello di Sherlock Holmes, le cui avventure sono sempre narrate dalla voce del suo assistente Watson. È chiaro che chi legge avrà una conoscenza dei fatti limitata alla diretta esperienza del narratore-personaggio; ogni evento sarà filtrato dal suo giudizio e non sapremo nulla di più o di meno di ciò che è già di sua conoscenza, cosa che scatena un forte senso di empatia per il personaggio in questione.
  • focalizzazione multipla: si presenta quando una narrazione mostra di volta in volta il punto di vista di tutti i - o molti dei - personaggi coinvolti. In questo genere di narrazioni il lettore non verrà mai a conoscenza di una verità oggettiva dei fatti, perché come afferma lo scrittore Marco Lazzarotto, soltanto il narratore esterno ha l’obbligo di riferire la verità, ma i personaggi possono sempre mentire. La focalizzazione multipla, così, può essere un ottimo espediente per rappresentare la simultaneità degli eventi all’interno di una racconto.

Una più semplice classificazione del punto di vista ci viene proposta da Jean Pouillon, che indica:

  • una visione alle spalle dei personaggi (N > P)
  • una visone con i personaggi (N = P)
  • e una visione dal di fuori (N < P).

Va da sé che una volta scelto il punto di vista da cui narrare una vicenda, questo dovrà rimanere tale per tutta la durata del racconto, proprio affinché il vostro romanzo nella sua totalità risponda alle regole di coerenza che abbiamo indicato affrontando la caratterizzazione dei personaggi e la credibilità del testo. Una componente fondamentale per ottenere questo risultato è l’armonia dei tempi verbali: una narrazione al presente o una al passato, in prima o in terza persona, produrranno effetti differenti – di distanza, simultaneità o contemporaneità rispetto agli eventi – e la scelta dipenderà sempre e comunque dal grado di conoscenza che il narratore ha della vicenda. Per esempio, un narratore onnisciente può iniziare il suo racconto partendo da qualsiasi punto della storia e, come abbiamo specificato, muoversi agilmente tra flashback e anticipazioni; così come un narratore protagonista, può raccontare al passato una vicenda già accaduta, volgendosi indietro nel tempo; i verbi al presente, viceversa, daranno al lettore la sensazione che la storia si stia svolgendo davanti ai suoi occhi nell’esatto momento in cui sfoglia le pagine del libro, dandogli la consapevolezza che qualsiasi cosa potrebbe accadere. 

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