La Soglia Proibita, estratto

Kòrell sbuffò spazientito: era la settima volta che la voce àtona del Computer Centrale gli snocciolava la solita lista dei pianeti con cui si erano interrotte le comunicazioni iperspaziali. Si tormentò nervosamente un angolo della bocca, scosse la testa e sbottò: 

L’Astronomo Capo era sconcertato. Spense lo schermo, con rabbia. Esitò. Poi lo riaccese, con un gesto talmente brusco che quasi scivolò dal sostegno metallico.— Non è possibile! Sembra una sorta di disegno, di piano…Ma perché?…

— I soliti dati confusi? — chiese la voce cantilenante di Altèria, Archeostorica di Prima Classe, con un lieve sorriso accattivante.

Korell sobbalzò per la sorpresa: rimase a fissare per qualche istante la ragazza come istupidito. Poi rammentò la serata di gala in onore del fratello di lei. Alteria, intanto, provò ad assumere un’aria imbronciata.

— Nàdar ha visto un atto di grande scortesia da parte tua. Teneva molto alla tua presenza. Il premio Hàrrett non ha avuto lo stesso sapore per lui.

Cambiò tono, improvvisamente tenera: — Ho provato a spiegargli che forse non eri riuscito a liberarti, ma era molto risentito. Pensa che tu lo stia snobbando… Non credo che sia vero. Sbaglio, forse?

Alteria lo stava fissando, coi suoi grandi occhi verde scuro, pericolosamente birichini e, con studiata civetteria, si scostò una ciocca di capelli rossi dal viso lentigginoso.

Korell non poté fare a meno di sorridere, e pensò che il Destino era stato davvero generoso  con lui. Di aspetto gradevole, capelli bruni leggermente ondulati, occhi grigi mobili e vivaci, fisico asciutto e, soprattutto, una buona dose d’intuito. Non aveva avuto bisogno di pianificare le cose. I suoi studi scientifici erano filati via tranquilli, senza intoppi. Una laurea brillante a Mòster, subito un impiego all’Osservatorio Centrale del Quinto Distretto Intraplanetario, e ora, a soli ventotto anni, era già Astronomo Capo. Certo, qualcuno dei suoi colleghi più anziani provava una forma d’invidia nei suoi confronti, ma lui amava le sfide. Almeno quelle che presentavano qualche elemento comprensibile a cui appigliarsi. E, invece, qualche mese prima…

— Ehi, Korell!… Mi stai ascoltando?…

Il tono era appena un po’ risentito.

— Eh, cosa?… Oh, scusami, Alteria…Avrei voluto raggiungerti, ma dovevo controllare alcuni dati e… Ma dimmi, come si è svolta la cerimonia?

Certo, era molto in ansia per le sue conclusioni, ma Alteria aveva il sacrosanto diritto di vantare un po’ suo fratello.

— Oh, è stato bellissimo!… Nadar era emozionatissimo! Pensa, il premio Harrett… L’ultima volta che un Mosteriano aveva avuto un riconoscimento simile  è stato nel…nel…Be’… più di ottant’anni fa, credo…Sai che c’erano proprio tutti?…

Ad un tratto la donna s’interruppe, pensierosa.

— Continua — la invitò Korell.

Riconosceva quello sguardo, e sapeva che Alteria era molto brava quando doveva tenerlo all’oscuro di qualcosa. Magari, poi, si rendeva conto che avrebbe fatto meglio a confidarsi con lui…E non era la prima volta che Korell era dovuto intervenire per sanare i pasticci creati dalla ragazza. In quel momento gli parve d’intuire che Alteria fosse sul punto di rivelargli qualcosa…

— Pensavo alle ricerche di Nadar.

 La donna esitò. Pareva preoccupata.

— E allora? — incalzò Korell.

 — Ecco… Sai che lui è un promettente Elettro-Neuronico. Anzi – e qui non poté dissimulare un moto d’orgoglio – penso che diventerà più famoso perfino del grande Niròbi. Avresti dovuto sentirlo! Con quale sicurezza parlava del Filtro e delle sue potenzialità per cercare di riguadagnare l’Iperspazio senza traumi. Dopo trecento anni, era ora che qualcuno ci riprovasse e…

Alteria si bloccò di colpo, imbarazzata.