Fantasy

La casa del tempo sospeso

Trama e recensione di La casa del tempo sospeso, opera di Mariam Petrosjan, edito da Salani editore

Mariam Petrosjan, classe 1969, è una scrittrice armena di grande successo. Nata in una famiglia d’intellettuali, tanto che i suoi nonni sono considerati rispettivamente il più grande artista figurativo e la più grande favolista d’Armenia, la Petrosjan ha studiato grafica ed ha lavorato nel cinema per più di vent’anni prima di iniziare una brillante carriera come autrice.

Salani ha deciso di pubblicare il suo romanzo dal titolo La casa del tempo sospeso, che nel 2010 ha vinto il Russian Literary Award come migliore libro e, sempre nello stesso anno, è stato finalista del Russian Booker Prize.

In questa opera della scrittrice armena viene narrata la storia di una casa un po’ particolare: apparentemente come tutte le altre, essa spicca nella periferia di una normalissima città, ma in realtà non si tratta di un’abitazione comune, ma di un istituto in cui vengono raccolti ragazzi disabili.

“La Casa”, appunto, viene chiamata. Qui numerosi bambini con handicap fisici e psichici vengono internati fin dall’infanzia, per volere dei genitori, e qui questi ragazzi imparano a crescere, vivendo come in una sorta di realtà parallela, magica e distaccata rispetto al resto del mondo. Non si tratta di un luogo crudele, ma è chiuso, costituito dalle sue regole dalle sue leggi, da codici a cui gli adulti, da fuori, non possono avere accesso.

Nella Casa i bambini vivono mille avventure, momenti emozionanti, amori, odi, amicizie. Ma tutto è solo ed esclusivamente lì, tra loro. Il resto non esiste ed il tempo sembra fermarsi. Ma in realtà così non è, ed infatti, a diciotto anni, tutti loro dovranno compiere una scelta cruciale: andarsene, via, fuori, nel mondo, oppure rimanere lì per sempre. Che cosa faranno?

Un libro emozionante, una storia appassionante e profonda, un racconto degno di successo che vi catturerà pagina dopo pagina.

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