Grammatica Italiana

L’uso delle congiunzioni

Una delle parti invariabili del discorso è la congiunzione (dal latino coniugere, unire insieme) ovvero la parte invariabile del discorso che serve ad unire tra loro due o più parole di una proposizione o più proposizioni. La maggior parte di esse deriva da voci latine che hanno lo stesso significato. Le congiunzioni possono essere distinte sulla base della morfologia, cioè della forma, e della funzione sintattica ovvero in base al tipo di collegamento  che le congiunzioni determinano.

In base alla morfologia possiamo dividere le congiunzioni in:

  • semplici se sono costituite da una sola parola es.: e, o, né, ma;
  • composte se sono derivate dalla fusione di due o più parole es.: perché (per + che), oppure (op + pure);
  • locuzioni congiuntive se formate da più parole scritte separatamente es.: in modo che, dal momento che, a patto che.

In base alla funzione le congiunzioni possono essere suddivise, in primis, in coordinanti ovvero che uniscono parti di proposizioni o intere preposizioni che hanno uguale funzione logica. A loro volta queste congiunzioni si suddividono in:

  • copulative se uniscono parole o frasi anche esprimendo negazione. Tra queste troviamo: e, né, anche, neppure, neanche;
  • disgiuntive se servono a separare due parole o frasi, escludendone una o mettendole in alternativa es.: stasera esci o resti a casa?;
  • avversative che vengono usate per indicare una contrapposizione es. sono uscita ma non ho comprato niente;
  • conclusive con cui si indica che il secondo elemento è una conseguenza del primo es.: avevo poco tempo quindi sono tornata presto;
  • dichiarative o esplicative che servono per introdurre una spiegazione precisando meglio ciò che si è detto prima es.: sono stata al bar in centro, cioè quello in via Verdi;
  • correlative vengono usate in coppia per mettere in corrispondenza due elementi es.: non andrò né al cinema né al ristorante.

Alcune congiunzioni possono assumere valenze differenti dal puro e semplice collegamento. Ad esempio, ma può avere valore enfatico (es. ma chi credete di essere?) o conclusivo (es. ma, comunque, è andata così).

Le congiunzioni coordinanti o subordinative uniscono due proposizioni che non si trovano sintatticamente sullo stesso piano. Con questo si intende che la principale è autonoma e ha un ruolo di reggente nei confronti della seconda che, non essendo autonoma, può sussistere soltanto grazie alla prima. A questo gruppo appartengono le congiunzioni:

  • avversative: mentre, quando, laddove;
  • causali: siccome, poiché, perché, in quanto che, giacché, dacché, dal momento che, per via che, visto che, dato che;
  • comparative: come, cosí… come, piú/meno… di come, piú/meno… di quanto, piú/meno/meglio/peggio… di quello che, piuttosto che, quanto,tanto… quanto;
  • concessive: anche se, anche quando, anche qualora, nonostante, benché, sebbene, quantunque, malgrado;
  • condizionali: se, qualora, purché, a condizione che, a patto che;
  • consecutive: cosicché, tanto che, in modo che, cosí… che, tanto… che, al punto che;
  • dichiarative: che, come;
  • eccettuative, esclusive, limitative: che, tranne che, fuorché, eccetto che, salvo che, a meno che, senza che, per quello che, altro che;
  • finali: affinché, perché;
  • interrogative, dubitative: se, come, quando, quanto, perché;
  • modali: come, come se, nel modo che, quasi;
  • temporali: quando, finché, fin quando, fintantoché, da che, da quando, dopo che, prima che, mentre, intanto che, (non) appena, ogni qual volta (ogniqualvolta), ogni volta che, ora che.

La congiunzione che è molto usata ed ha una molteplicità di funzioni. Può introdurre diversi tipi di proposizioni ma anche essere aggettivo interrogativo ed esclamativo, pronome relativo, pronome interrogativo ed esclamativo.

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