L’amante indiano

 

Trama e recensione di L’amante indiano, opera di Carolyn Slaughter, edito da Corbaccio

L’autrice ci presenta una storia intensa, ispirata alla vita di sua nonna, ma in realtà molto romanzata e con un finale totalmente diverso. Sembra che, con quest’opera, cerchi un riscatto per sua nonna che in realtà fu rinchiusa a trent’anni in un manicomio di Ranchi. Il suo vero nome era Anne Webb ma nel libro diventa Isabel. E’ una giovane donna inglese che ha perso il suo grande amore durante la prima guerra mondiale, è alla ricerca di se stessa e di un forte cambiamento.

Nel 1920 sposa dunque un militare britannico e insieme a lui si trasferisce in India, nonostante suo marito sia molto malvisto dalla sua famiglia. Si ritrova dunque in un paese sconosciuto, estremamente affascinante quanto pieno di contrasti. Ben presto si lascia trascinare dalle atmosfere esotiche e si innamora a prima vista dell’affascinante Samresh Singh. Appartiene ad una famiglia ricca, ha studiato per diventare medico in Inghilterra e, non meno importante per una donna, ha due splendidi occhi azzurri perché originario del Kashmir. E’ la prima persona che incontra appena arrivata in India e l’amore tra loro sboccia immediatamente, anche grazie alla frequente assenza del marito di Isabel per lavoro.

Questa travolgente storia d’amore, protetta solo dal fedele servitore Joseph, porterà ad entrambi gravissime conseguenze. L’India è infatti una terra molto affascinante ma durissima nei confronti delle donne e di chi và contro quelli che sono considerati principi di fedeltà e integrità. Nonostante le scene crude, “L’amante indiano” è una lettura molto scorrevole e appassionante. E’ facile immedesimarsi con l’eroina che, nonostante i numerosi errori, rimane un personaggio integro e puro che sfida le convenzioni del paese che la ospita solo in nome di grandi ideali e soprattutto di un fortissimo sentimento.