Il verbo: la persona, il numero e la forma

La persona indica se il soggetto è chi parla, chi ascolta o qualcun altro. Esistono tre persone. Si ha la prima persona quando il soggetto è il pronome io (sing.), noi (plur.); la seconda persona quando il soggetto è il pronome tu (sing.) e voi (plur.); la terza persona quando il soggetto è uno dei pronomi egli, ella, esso (sing.), essi, esse (plur.) oppure un nome di persona o cosa.  Il numero indica, come abbiamo visto, se il soggetto è singolare o plurale e, come per la persona, è facilmente intuibile dalla desinenza. Ad esempio, nella frase giocavano a tennis, la desinenza (-avano) ci fa facilmente intendere che il soggetto seppure non sia espresso è alla terza persona plurale. L’infinito ed il gerundio non hanno variazioni di persona e di numero e si concordano con ogni persona e numero.

Il verbo può avere quattro forme. La prima è la forma attiva ovvero quando il soggetto compie l’azione o si trova nella condizione o nello stato che il verbo esprime. Si verifica sia per i verbi transitivi che per quelli intransitivi (es. il mare bagna la spiaggia). I verbi transitivi possono avere la forma passiva a differenza degli intransitivi che hanno solo la forma attiva. L’azione non è compiuta dal soggetto che, in questo caso, la subisce essendo svolta dal complemento d’agente o di causa efficiente (es. la spiaggia è bagnata dal mare). La forma passiva si costruisce attraverso l’uso del participio passato del verbo preceduto dalle diverse voci del verbo essere (es. Luca fu rimproverato). Con i tempi semplici del passivo può essere costruito anche con il verbo intransitivo venire (es. la porta viene chiusa), con il si passivante (es. si costruirà se possibile) o con il verbo andare (es. la borsa andò smarrita). Il si passivante è molto usato nel commercio e va sempre concordato con il soggetto (es. vendesi). Le forme non concordate, anche se sono molto diffuse non sono corrette grammaticalmente.

La forma riflessiva si ottiene nei verbi transitivi che sono preceduti o seguiti da pronomi non accentati o particelle pronominali che abbiano come ausiliare essere nei verbi composti. I riflessivi diretti sono quelli in cui il soggetto e l’oggetto sono la stessa persona (es. Maria si veste); i riflessivi indiretti sono quelli in cui le particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi svolgono la funzione di complemento di termine o di vantaggio (es. Maria si lava le mani). I riflessivi reciproci si hanno quando la forma riflessiva esprime reciprocità d’azione (es. Maria e Anna si divertirono). Le particelle pronominali seguono il verbo nei modi indefiniti e nell’imperativo. Nei verbi intransitivi pronominali le particelle pronominali fanno parte del verbo che si coniuga come verbo riflessivo ma ha caratteristiche dei verbi intransitivi. Essi si distinguono in: verbi intransitivi pronominali in senso stretto in cui l’uso del pronome è obbligatorio (es. pentirsi); verbi intransitivi che si usano anche con la particella pronominale (es. sedere/sedersi); verbi transitivi indicanti eventi, stati d’animo o azioni che con le particelle pronominali assumono valore transitivo (es. addormentarsi).