Mystery

Il segno del bambino dimenticato

Trama e recensione di Il segno del bambino dimenticato, opera di Kathleen Vereecken, edito da Salani editore

 

Kathleen Vereecken è una delle più importanti scrittrici di nazionalità belga che siano conosciute a livello internazionale. Nel 2010, grazie alle sue opere, ha vinto il premio letterario più prestigioso della regione fiamminga, il così detto Book Lion, ed adesso la Vereecken sbarca anche in Italia, con una pubblicazione pensata da Salani, per il suo romanzo dal titolo Il segno del bambino dimenticato.

Questo romanzo è ambientato a Parigi, siamo precisamente nell’anno 1746, in pieno periodo illuminista, alle porte di un’era che cambierà il mondo ed il modo di concepirlo da parte di noi esseri umani.

Come ogni anno migliaia di bambini ancora in fasce vengono abbandonati alle porte degli ospedali e delle chiese, perché i genitori o la sola madre non sono in grado di prendersene cura.

Questa è la volta di Diudonné, un piccolo bimbo che viene lasciato nella cappella dell’ospedale-orfanotrofio Hôtel-Dieu. Il neonato viene affidato ad una contadina, che però pare vedere in lui solo un nuovo elemento della forza lavoro disponibile: sarà invece la figlia di questa donna, la giovane Méline, a venire intenerita dal nuovo arrivato in casa, a prendersene cura come una vera madre e a ribattezzarlo, col nome di Leon.

Ma a dieci anni dall’adozione, Méline si suicida dopo una delusione d’amore, e Leon rimane solo. Decide di fuggire, e di fuggire proprio verso Parigi. E’ qui che è nato, lo sa, ed è qui che potrebbe trovare i suoi veri genitori. Inizierà così la sua disperata ricerca nella capitale francese, con i suoi odori e colori tipici, affrontata in solitudine da un bambino non ancora adolescente. Che ne sarà di lui?

 

Un romanzo appassionante, una storia avvincente e commovente che vi catturerà al cento per cento. La conferma di un successo per la scrittrice belga Kathleen Vereecken.

 

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