Il fuoco segreto

Trama e recensione de “Il fuoco segreto”, di Martin Langfield, edito da Casa Editrice Nord

Nel 1936, a Londra, la celebre Sotheby’s mette all’asta un manoscritto di Isaac Newton intitolato “I tre fuochi misteriosi”, che racchiude alcuni tra i più segreti esperimenti alchemici del celebre fisico. A vincere l’asta è un libraio, che è però ucciso poco dopo l’asta da una misteriosa figura che si è appropriata del libro.
Otto anni dopo, a Parigi, il più stretto collaboratore del nazista Himmler è riuscito a portare a termine l’arma più potente mai creata, capace di definire le sorti della guerra: il fuoco segreto. La minaccia viene sventata dalla squadra speciale dell’esercito inglese guidata dal comandante Horace Hencott, che non riesce comunque a eliminare l’arma.
Questi avvenimenti sembrano non avere nessuna connessione con la vita di Katherine Reckliss, che viene però turbata da un insolito avvenimento su cui la polizia ha cominciato ad indagare: la radio utilizzata da sua nonna durante la seconda guerra mondiale ha cominciato a trasmettere un messaggio in alfabeto Morse e la data del 30 giugno 1944. Convocata a Londra per dare spiegazioni, l’ex agente segreto viene rapita da ignoti. È così che il marito di Katherine, disperato, chiede aiuto all’amico Horace Hencott, dando inizio ad un incubo radicato a fondo nel passato, ma con tremende ripercussioni sul presente.
“Il fuoco segreto” è il secondo romanzo di Martin Langfield, dopo l’esordio con “Lo scrigno del male“. Ancora una volta storia, alchimia e mistero si uniscono dando vita a una storia avvincente, ricca di suspense e colpi di scena. Pur attingendo dall’ormai esausto archivio dell’esoterico, Langfield è riuscito a creare un romanzo ben strutturato, destreggiandosi con maestria tra passato e presente, fino ad arrivare a un finale del tutto inaspettato.