I primi tornarono a nuoto

A consigliarmi la lettura di questo libro è stata la Lucianina nazionale. Si, proprio lei, Luciana Littizzetto. Mi ha convinto con poche parole durante un’intervista radiofonica e così mi sono tuffata nel romanzo di esordio di Giacomo Papi, I primi tornarono a nuoto.

A dire la verità sono arrivata in fondo alla storia, ma ho qualche difficoltà a raccontarvi come è andata… E credo che il motivo sia perché questo libro (scusate il gioco di parole) è un libro di libri.

Ti aggancia con note horror (il ritorno di morti viventi), pagina dopo pagina assume tratti da political thriller (politici e agenti più o meno segreti che si danno da fare per manterere il riserbo), ti catapulta in un mondo alla Blade Runner con annesse visioni apocalittiche (“ho letto cose che voi lettori non potreste immaginarvi…”), per farti arrivare con il fiato sospeso al momento in cui vita e morte si confondono e alla fine …. NON ve lo svelerò!

Insomma la storia è di quelle che non ti mollano, anche dopo giorni che hai messo via il libro. Adriano Karaianni, il giovane medico che si trova a dover studiare i primi casi di morti rinati – l’ex soldato Serafino Currò, il metalmeccanico Amatiello Calogero fu Giovanni, il fruttarolo Michelangelo Lopez e la madre ribelle Rosaria Isimbardi –, si trasforma, capitolo dopo capitolo, in un eroe omerico che attraversa non poche difficoltà per ritornare dalla sua Maria che, poeticamente parlando, sta per renderlo padre.

Sullo sfondo una società in cui i figli ottantenni sono terrorizzati dall’idea di avere di nuovo a che fare con i propri genitori e sperperano in fretta il denaro ereditato; mentre in altre famiglie si mette in ordine la stanza del morto, si cena con un posto a tavola in più e si lascia la porta socchiusa. Non si sa mai…

Ma non pensate che sia un libro dark…. anzi, vi consiglio di prepararvi a una bella dose di sentimento, sentite un po’ cosa confessa Serafino a Maria:

- “L’amore è solo una nostra cicatrice”

- “Però poi si rimargina se lo vivi”

- “Lo vivi comunque, anche quando non lo vivi mai”

Giacomo Papi… ne riparleremo,  parola di Lucianina (e mia!)