I nomi o sostantivi

nomi o sostantivi sono quelle parole che indicano persone, oggetti, animali, luoghi, idee o fatti e possono essere maschili o femminili e singolari o plurali.

Si dividono in:

propri, che definiscono cioè persone o entità specifiche (storiche, geografiche, letterarie, ecc.)

            Es: Paolo, Italia.

comuni, che definiscono persone o entità generiche

Es: cane, amico.

concreti, che definiscono elementi materiali

            Es: computer, telefono.

astratti, che definiscono elementi immateriali

            Es: amore, simpatia.

individuali, che definiscono una sola persona o un solo elemento

            Es: mano, uomo.

collettivi, che definiscono un insieme di persone o elementi

            Es: folla, gregge.

primitivi, che non derivano da nessuna parola

            Es: uomo, rosa.

derivati, che derivano da un’altra parola

            Es: città/cittadino, giustizia/ingiustizia.

alterati, che si formano con l’aggiunta di suffissi:

- diminutivi (bambola/bambolina),

- accrescitivi (scarpa/scarpone),

- vezzeggiativi (casa/casetta),

- spregiativi (cappello/cappellaccio).

composti, che si formano unendo due parole: nome e aggettivo, nome e verbo, nome e avverbio.

            Es: filo spinato, sordomuto, benestare.

Le regole per formare il femminile dei sostantivi sono le seguenti:

I nomi che terminano in –o si cambiano in –a.

            Es: maestro/maestra.

I nomi che terminano in –e, invece, possono terminare al femminile con –a, -essa o –ina o restare invariati.

            Es: padrone/padrona, vigile/vigilessa, eroe/eroina,cantante/cantante.

Quelli che terminano con –iere diventano –iera, quelli con –tore diventano -trice.

            Es: cameriere/cameriera, inventore/inventrice.

I nomi che terminano in –a o –ista, invece, restano generalmente invariati.

            Es: collega/collega, dentista/dentista.

Per formare i plurali dei sostantivi si seguono tali regole:

i nomi che terminano in –a finiscono in –e al femminile e in –i al maschile.

            Es: pasta/paste, pediatra/pediatri.

I nomi che terminano in –o e in -e finiscono in –i al femminile e in –i al maschile

            Es: mano/mani, legge/leggi, faro/fari.

Fanno eccezione alcuni nomi che terminano in –co e –go che diventano –chi e –ghi o –ci e –gi(alterco/alterchi, asparago/asparagi); alcuni che terminano in –ca e –ga diventano –chi e –ghi al maschile e –che e -ghe al femminile (patriarca/patriarchi, amica/amiche); alcuni che terminano in -logo diventano –loghi se sono cose e –logi se sono persone (dialogo/dialoghi, psicologo/psicologi); alcuni che terminano in –cia e –gia terminano in –cie e –gie o –ce e –ge (farmacia/farmacie, spiaggia/spiagge);  quelli che terminano in –io diventano –ii se la i è accentata, -i se non lo è (addio/addii, figlio/figli).