Nel nome dello zio

Storia di un potente boss della camorra e della sua spettacolare ossessione: il Grande Fratello

Il boss era in pericolo anche da latitante. Anzi, forse adesso lo era più di prima. E non c’era altro modo per fargli arrivare il messaggio. Senza telefonini, senza indirizzi, senza alcuna indicazione sul posto in cui si trovava, solo il Grande Fratello poteva salvargli il culo. L’unico canale certo di comunicazione era lo schermo di una tv. Un giovedì sera alle 21, guardando il canale 5 lo Zio avrebbe capito. E forse si sarebbe salvato”.

Raccontare la camorra da un altro punto di vista, attraverso i suoi aspetti più ridicoli e grotteschi, si può. Lo dimostra Stefano Piedimonte, 32 anni, scrittore e giornalista del “Corriere del Mezzogiorno”, con il suo primo romanzo: Nel nome dello Zio, edito da Guanda.

Un libro irresistibile che invita il lettore a guardare l’efferato mondo criminale come uno spettacolo trash, utilizzando lo stile ironico e spietato per rappresentare la malavita organizzata. “Operai e manager del crimine” colti nei loro aspetti meno “prestanti” e più paradossali (seppur altrettanto ‘inquietanti’!), e confinati dall’autore in una dimensione derisoria che ne mette in luce gli atteggiamenti cafoni, le manie, i tic imbarazzanti, le passioni grossolane. Così da contrastare l’immagine poderosa della camorra, mostrandola ridicola caricatura di stessa.

E ci si diverte anche parecchio a seguire, su e giù per i Quartieri Spagnoli di Napoli, questa scottante vicenda di malaffare e tradimenti, ossessioni morbose e reality show. I personaggi, poi, sono eclatanti, uno più esilarante dell’altro. A partire dallo Zio in questione, ovvero il boss dei boss, un leader nato e “con le palle”, ma costretto alla latitanza a causa di un “tradimento”. La sua grande abilità: condurre gli affari come il più abile degli imprenditori; la sua ossessione: il Grande Fratello che segue e interpreta come strumento di verità oracolare, dispensando “parabole gieffine” a moglie, conoscenti e affiliati.

Anthony Guardascione, invece, è il giovane pusher dal “volto bruciato da mille lampade”, depilato e con le sopracciglia sagomate, amante delle hit neomelodiche e aspirante “frizzantino”, che Peppino il Fetente e gli altri “mostri” del boss, costringono a una formazione durissima pur di farlo accedere al cast dell’ultima edizione del GF. Una vera tortura formativa, a base di balli alla moda, canzoni afrodisiache (rigorosamente napoletane) e haiku, necessaria affinché il ragazzo entri nella Casa (facendo la “figura del coglione”) inviando, in diretta televisiva, un messaggio cruciale allo Zio. Fuggiasco ma sicuramente in ascolto.

I nomi conquistati “sul campo” dai ‘galantuomini’ del boss: Alberto ‘o Malamente, Germano Spic e Span, Sandruccio la Zitella, Pasquale Bruciulì e Biagio ‘o Femminiello, parlano per loro… e competono, in suggestione, con quello di un altro protagonista della storia, ovvero Woody Alien. Il poliziotto incollato alle costole dello Zio, un segugio instancabile, noto per la dedizione al dovere e la “bruttezza intellettualoide” della sua faccia, resa ancora più incasinata dall’esplosione di una bombola di gas.

Anthony ha una missione capitale da compiere, lo Zio scalpita nel suo rifugio tenendo gli occhi incollati sulla tv, il reality show è appena iniziato… Attenzione ai colpi di scena!

DATI BIBLIOGRAFICI:
ISBN: 9788860889416
TITOLO: Nel nome dello zio
AUTORE: Stefano Piedimonte
EDITORE: Guanda