Religione

E liberaci dal male oscuro

Trama e recensione di E liberaci dal male oscuro, opera di Giovanni B. Cassano, edito da Longanesi.   

Il male oscuro è la depressione: così lo scrittore Giuseppe Berto definì questo malessere interiore in grado di uccidere non solo chi ne soffre, ma anche chi gli sta accanto. Chi è depresso è un infelice cronico, capace di percepire ogni piccolo problema come un ostacolo insormontabile, qualcosa da cui non si ha scampo. Il depresso vede la vita come un interminabile oscuro tunnel senza uscita. Immaginate per un attimo di sentirvi così, senza speranza, senza stimoli, senza gioia. Che vita sarebbe? Moltissime persone vivono in preda a questo disperato stato d’animo. Come si guarisce? Come si torna a vedere la luce? Ancora oggi si ha difficoltà a comprendere e curare la depressione perché non è socialmente percepita come una vera malattia. Giovanni B. Cassano restituisce a questo male oscuro la giusta considerazione, ne delinea i reali aspetti clinici e suggerisce chiari percorsi e terapie da seguire per uscirne sereni.

Longanesi, dieci anni dopo la prima edizione, aggiorna questo prezioso volume con i nuovi traguardi della ricerca rendendolo appetibile al lettore contemporaneo. Oltre che aggiornato, il volume è stato ampliato per illustrare nuovi disturbi che nel corso degli anni hanno assunto una precisa fisionomia. Il libro si presenta sotto forma di “reportage”, è un dialogo fra lo psichiatra Giovanni B. Cassano, tra dei maggiori esperti in materia e la giornalista Serena Zoli, un tempo depressa ma oggi completamente guarita.

Nel libro troviamo anche interviste a personaggi famosi che hanno sofferto di depressione, tra questi Indro Montanelli, Pietro Citati, Vittorio Gassman. Scritto con un linguaggio semplice e colloquiale, E liberaci dal male oscuro è una lettura diretta a tutti, non solo agli esperti in materia. È un libro che ci aiuta ad andare in profondità, ad ascoltare noi stessi, perché spesso, in preda alla concretezza della vita, dimentichiamo di soffermarci sui nostri più intimi pensieri. Un invito all’introspezione.

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