Crolli

Poetessa, traduttrice, saggista e lettrice-performer, Rosaria Lo Russo è nata nel 1964 a Firenze, dove vive. I testi raccolti in Crolli sono stati composti – dopo cinque anni di assoluta assenza di scrittura in versi – tra il 2005 e il 2008, a eccezione del penultimo che non si inserisce nella serie e la cui data di composizione è indicata in calce, e l’ultimo, scritto all’indomani del tragico terremoto in Emilia nel luglio del 2012, quando oramai il libro era in bozze.

La poesia della Lo Russo percorre due sentieri paralleli: quello della poesia per così dire civile e quello ancora più tortuoso della poesia intimistica, a indagine dei moti interiori.

La guerra in Iraq e l’ascesa al potere di Berlusconi, due fra i temi più caldi dell’attualità degli anni in cui l’Autrice scrive, diventano riferimenti ricorrenti di quei testi che intendono soffermarsi sulle dinamiche distorte e paradossali che muovono e regolano la società italiana. A partire dal rapporto ambiguo e polivalente fra politica e televisione generatosi negli anni del berlusconismo, fino al potere dei media e della stampa di deformare i fatti e le verità, in questa nuova era della moderna comunicazione.

Il sentiero invece dello scavo interiore, profondo, doloroso e carnale nei suoi continui rimandi al corpo che anch’esso crolla, si sfalda, e si mostra senza vergogna anche negli angoli della bruttezza, in tutta la sua imperfezione, nella difficile accettazione del cambiamento. Il corpo indagato senza pietà, quello degli altri e il proprio, esibito nei momenti che si vorrebbero intimi o nascosti, mentre si concede inerme al sesso, mentre mastica avidamente un cibo arrabbiato, con rimandi ossessivi a bocca, pancia, organi pulsanti di vita e sofferenza.

Costante il rimando fra la casa e il corpo: oggetti inconsapevoli e impotenti di uno stesso inevitabile crollo, di un irreparabile comune processo di cedimento e smembramento delle parti. Come uno scivolamento verso quella morte che è anch’essa una sorta di refrain, e di cui nella poesia della Lo Russo non si smette mai di percepire l’assopita presenza; una morte che è distruzione fisica di un corpo e allo stesso tempo approdo ultimo di ogni esistenza.

Tutto pare confluire in quello che è il componimento di chiusura: un tributo ai terremotati dell’Emilia, vittime di un crollo che è sgretolamento delle fondamenta della vita stessa, nel  corpo martoriato dalle ferite e nella casa di cui rimangono solo macerie.

Arricchisce questa raccolta un’opera dell’artista Renato Ranaldi, eccezionalmente riprodotta in appendice al volume a testimoniare la coincidenza per cui entrambi hanno lavorato, senza saperlo, alla stessa tematica in momenti simili. Rosaria Lo Russo portò infatti allo studio di Ranaldi, ancora in dattiloscritto, le poesie di Crolli per un suo parere. Dopo aver letto il titolo Ranaldi le mostrò la sua opera, da poco terminata, intitolata Crolli (undici monadi e un terremoto), che riproduceva perfettamente le crepe e la sensazione di sgretolamento come il tessuto “collante” di queste poesie.

DATI BIBLIOGRAFICI:
ISBN: 9788860875938
TITOLO: Crolli
AUTORE: Rosaria Lo Russo
EDITORE: Le Lettere