L’ispettore generale

Trama e recensione di L’ispettore generale, opera di Nikolaj Gogol’, edito da Feltrinelli.

Con questo volume l’editore Feltrinelli pubblica parte della produzione teatrale dello scrittore russo, che raggiunse la notorietà grazie ai romanzi Le anime Morte e il Cappotto.

Le tre commedie, portate in scena in Russia tra il 1835 e il 1843, offrono una rappresentazione mirabile della capacità di Gogol’ di riprodurre con realismo e amara ironia i caratteri propri della Russia zarista, imbrigliata nelle pastoie di una burocrazia prepotente e asfissiante e caratterizzata da meschinità individuali e paure collettive.

L’ispettore generale. L’opera teatrale più famosa di Gogol’ inscena una commedia degli equivoci attraverso cui si rivelano gli inganni, la angherie e i meschini soprusi della burocrazia dell’epoca zarista e le piccole viltà e pubbliche virtù di personaggi in cerca di vantaggi personali.

Quando in una piccola città dell’immensa provincia russa giunge il giovane Chlestakov, millantatore e in fuga dai creditori, egli viene scambiato dalla cittadinanza per il temibile e atteso ispettore generale dello Stato. Tutti i piccoli e grandi notabili della città, dal sindaco all’ufficiale delle poste, si affannano a ricorrerne i favori, al prezzo di varie corruttele, per ottenerne in cambio privilegi o comprarne il silenzio,  fino alla scoperta dell’inganno all’annunciato arrivo del vero ispettore.

La commedia offre così lo spunto per delineare con precisione e grottesca ironia la meschinità e la corruzione che si annidano nel sottobosco del potere, senza riguardo per la latitudine e le epoche storiche.

Il matrimonio. Rappresentata per la prima volta nel 1842, questa commedia in due atti getta una luce sull’inutilità di misere convenzioni sociali come il matrimonio combinato.

Kočkarëv riesce, tra inganni e bugie, a scavalcare tutti gli aspiranti sposi della figlia di un mercante per favorire, nella corsa al fortunato matrimonio, l’amico Podkolësin. Questi, tuttavia, personaggio piatto e indolente, decide di fuggire poco prima della celebrazione del matrimonio.

I giocatori. Nella terza commedia proposta da Feltrinelli in questa raccolta, in questa pièce Gogol’ ripropone di nuovo il tema dell’inganno, questa volta legato applicato al gioco d’azzardo. Il ricco mercante e baro Icharëv, giunto in una locanda, pensa di poter ingannare gli altri giocatori. Saranno, invece, proprio gli altri ospiti della locanda ad ingannarlo, con lusinghe e ammirazioni, spacciandosi per suoi amici. Icarev sarà la vittima delle sue stesse tresche: credendo di collaborare con gli altri tre giocatori a scapito di un quarto, che ne è invece complice, verrà derubato e beffato.