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La Lorenzini perde il lettore dentro la storia di un’attualissima trentenne, un personaggio di una realisticità rara, che ha tutte le carte in regola per essere la vostra copia esatta, o quella di una vostra amica.

Quando la sfortuna e la comprovata legge di Murphy ce la mettono tutta per affossare Neve, la nostra protagonista, lei si comporta come farebbe la stragrande parte del mondo. Evita accuratamente rapporti con sedicenti e dispendiosi aiutatori della psiche, per più utili rimedi: una bella autoanalisi e l’aiuto dell’amica Marta.

Tra un giro in quella che adesso è diventata la sua Malincomacchina, coi successi della musica leggera italiana anni ’90 a palla, e gli acquisti compulsivi fatti in rete, piove dal cielo un’inaspettata, quanto importante, eredità. Nel momento in cui il tanto amato Omar decide di piantarla su due piedi, la ragazza del paesello venuta ad abitare nella Città delle città dieci anni prima, decide di investire quello che ha avuto in una casa tutta sua. I soldi non sono poi così tanti, stiamo parlando di Roma in fondo, e le cose vanno fatte bene.

Tra un combattimento all’ultimo sopralluogo, i noncuranti agenti immobiliari ed offerte non proprio in linea con gli standard della decenza, che fanno rivivere un passato tragicomico a tutti coloro che hanno avuto a che fare con almeno un affitto in vita loro, c’è spazio anche per personaggi un po’ scontati come Viola e la stragista, rispettive incarnazioni di atteggiamenti sociali e lavorativi che Neve non condivide o che, in un contesto di sofferenza come il suo, non riesce a tollerare.

Una trama molto lineare forse, qualche colpo di scena un po’ forzato e dei passaggi altrettanto improbabili, ma in fin dei conti le mie possono essere semplici opinioni personali. Sara Lorenzini racconta la storia di Neve come ce l’ha in testa, in modo chiaro e con un approccio molto giovanile. A lei il merito di aver scritto le pagine più reali che abbia mai letto da qualche anno a questa parte.